Paolo e Alice
- Mamma,
guarda…
Mamma?
- Uff, quanto traffico, ma guarda questo dove va… Cosa c’è Alice?
- Mamma, una
strega…
- Già, una
strega…Una strega?
Da quando in qua credi alle streghe? Harry Potter, gli gnomi, come si
chiamano…Ma le streghe, quando mai?
- Ho visto una
strega.
- E non
lasciare ditate sui vetri...
Alice stava
con il naso schiacciato contro il finestrino e continuava insistente:
- Ti dico che
è proprio una strega.
- Mamma, che
fai, stai a sentire le sciocchezze di Alice.- sbuffò Paolo. - Non distrarti, che siamo in ritardo, come al
solito…
- Ok. Ora
supero questo cretino…
- Oggi c’è
pure il compito di matematica la prima ora…
- Dai, non
fare il noioso, siamo quasi arrivati.
- La prof
starà già distribuendo i compiti.
- Ma che ti
importa! Se non mi preoccupo io! Sei così bravo che fai tutto, e tutto giusto,
in mezz’ora!
Paolo tacque
mordendosi la lingua, che la mamma oltre a
non essere mai puntuale guidava da
cani, e non voleva distrarla oltre.
-Alice, che
fai, piangi? Perché amore mio?
Ora anche
Paolo osservava attento, turbato dalla figura nera che avanzava lentamente sul
marciapiede.
- Guarda!
- Ma che
cos’avete stamattina, lasciatemi, guidare…- Si girò spazientita, la mamma. E si
zittì all’improvviso.
Eccola.
La riconosco.
E’ lei.
Tanti anni sono passati da quel
pomeriggio d’estate.
Erano le due, e stavo nel lettone
di mia madre,
la loro nonna,
che mi obbligava a fare il
pisolino,
quando una vecchia mendicante si
è fermata al cancello
della casa di campagna.
Mia madre è scesa,
inquieta più del dovuto,
le ha detto poche parole
gesticolando,
e la vecchia se ne è andata.
La mamma è tornata da me e mi ha sussurrato:
Chiudi gli occhi piccina, dormi.
Era la strega cattiva, ma se ne è
andata, dormi tranquilla.
E io mi sono nascosta sotto le
coperte,
convinta che quella vecchiaccia
fosse proprio lo strega.
Mi sono addormentata, tremante
mentre mia madre mi rassicurava
dicendo
che la strega non sarebbe
tornata.
E sai che ti dico ora?
E’ lei.
Sì, proprio lei.