domenica 3 marzo 2013

Lei è partita




E’uscita, strano. Non esce mai. Le dico sempre chiama le tue amiche, vai a vedere un film, uno spettacolo. La sera la trovo sempre qui davanti alla televisione.

Mi porto le cose importanti della mia vita. E il bello del  partire è proprio scegliere questi oggetti.
Un libro, , un disco, indecisa tra fossati e de andrè, de andrè ha la meglio.. Un quaderno di quelli da scuola e una biro. E pastelli colorati…una foto di Alice, un profumo di fiori. La macchina fotografica e le istruzioni.

Che succede… E’ la sveglia. Lei non è tornata. No, non mi dà fastidio che dorma fuori, è che non succede quasi mai.

Porto con  me i pastelli colorati anche se non so disegnare, ma vorrei tanto. Forse in un’altra vita imparerò.

Suona il suo cell. Allora è qui. No, il cell è sul suo letto. Eppure non lo dimentica mai.
Luna abbaia. Zitta, zitta.
È un collega della mamma,chiede se deve segnare malattia o ferie, non so che rispondere. Credo ferie.
E’ lunedì. Da venerdì sera non è rientrata.
Si vede che è partita.

La foto di Alice che porto con me è di quando era piccola, due o tre anni. Seduta per terra nel cortile degli zii, con addosso  una canottiera a righe che era stata di Luca – mi piaceva riciclare gli abiti dei figli di amici - pelle scura occhi scuri. Bellissima, niente false modestie. Ho sempre pensato che questa foto mi proteggesse dal male. Lo so che non è possibile, ma la sua presenza mi rassicura in questo passo.

Porto un articolo di giornale. Ho l’abitudine di staccare le pagine che non ho tempo di leggere, e poi di solito restano lì…

E’ la seconda mail che ti mando. Sei ancora in riunione? Appena hai un attimo fammi sapere come devo fare a regolarizzare la sua assenza. Lei è partita, nessuno sa dov’è. Cosa dobbiamo dire ai clienti che la cercano? A quelli che non vogliono parlare con altri? Diciamo che è trasferita, tanto per non metterla sul tragico? Per ora penserei di prendere tempo, rimandiamo alla prossima settimana…

La macchina fotografica è nuova. Rosa fucsia.  Ho fatto poche foto, non ho mai cose da fotografare. Forse di cose ce ne sarebbero, è che in verità non la so usare. Mi porto le istruzioni, magari imparo. Magari vado in un posto che merita, e faccio qualche foto.

Mi occupo del cane. Il suo cane. Lo faccio uscire tre volte al giorno. Gli do da mangiare due volte al giorno. Il suo cazzo di cane se lo poteva portare, ci tiene tanto. Finchè non torna ci devo pensare per forza io?

Porto la camicetta con le margherite applicate sullo scollo, acquistata nell’estate del 94, prima di entrare in clinica. A qualche centinaio di metri dalla clinica mi ero fermata a comprare qualcosa che mi serviva per l’ospedale. La camicetta non c’entrava niente. Mio marito era irritato perle mie divagazioni. Che bella questa comicetta, Anche così, un po’ ingiallita. Che bella la villa. E il lago.

Luna è troppo brava. La cosa non mi torna. E’ sempre stata una gran casinista. Non mi pesa poi molto badarci. Però non capisco, la mamma ogni volta che usciva per un’ora mi chiedeva per favore per favore…non dimenticarti di portarla fuori…

Porterei una foto di luna, ma le uniche che ho sono al pc. Mi mancherà.

Lo ha fatto apposta a lasciare qui luna. Ogni volta che mi chiede di portarla fuori lo fa apposta, sa che non ho tempo. E ogni volta le dico di no. Vuole farmi sentire in colpa. Le dico che il cane è suo. Le dicevo…

Porto una poesia scritta da Alice in prima elementare:
la mamma è volata fra le stelle.…mi è sembrata  stupenda anche se così triste. Tratta da una filastrocca sgarbata imparata al centro estivo: il tale è caduto nel cesso, qualcosa del genere.…

Poteva anche fare la spesa prima di andare. Non c’è mai niente in questo frigo. Lo ha fatto apposta, ci giurerei. Mi dice sempre: mi manca questo e quello, andresti un attimo al supermercato… cioè, diceva… io rispondevo sempre di no. Non avevo tempo. Poi non ci vuole mica un attimo, il supermercato è a due isolati da qui.

Ti scrivo sempre a proposito di quell’assenza da regolarizzare. Sono passate sei settimane, non era mai capitato un caso del genere. Tutti chiedono. Anche i colleghi sono in ansia, non c’è un bel clima, non si lavora bene. Il conto economico è sceso all’81%. Magari è un caso, magari è colpa della crisi di governo, ma temo di no. Che fare?

GR6. Il caso della donna scomparsa nel nulla non presenta sviluppi, ma le cronache del nostro giornale continuano a dedicarle uno spazio per facilitarne il ritrovamento. Nessuno l’ha vista dal 2 febbraio, non ci sono state telefonate o messaggi scritti. L’ipotesi più accreditata è quella di un suicidio.

Ma ora che tutti - io luna amici colleghi parenti - abbiamo capito che lei, la stronza,  non c’è, ci siamo accorti della sua assenza, non potrebbe tornare? Cosa vuole dimostrare? Cosa c’è in quella testa bacata?

Mi porto pure un costume da bagno. E’ primavera, ma dove vado, chissà, può servire. E’ un bikini. Non mi sta un granchè bene, ma l’abbronzatura coprirà un po’ la cellulite…

La casa è un gran casino. Mi devo pure mettere a fare le pulizie? E i soldi per la spesa stanno per finire. Erano i miei soldi, fra l’altro; e sono arrivate delle bollette, e anche il condominio. Meno male che lei paga quasi tutto dal conto… Ma… lo stipendio glielo pagheranno fino a quando? I soldi finiranno prima o poi. 

Ho prelevato un po’ di soldi, le carte le lascio a casa. Porto i buoni pasto, non so, magari dove vado si possono usare.

Dopo aver consultato i sindacati, possiamo procedere alla interruzione del rapporto di lavoro, raccomandando ai collaboratori di non far troppa pubblicità alla cosa. La situazione passerà inosservata, essendo trascorso un tempo ragionevole dalla sparizione. Al momento non si prospetta alcuna sostituzione, nell’ottica di un contenimento dei costi quanto mai opportuno in questo momento.

Voglio vedere che cosa può aver portato via. La polizia me l’ha chiesto, ma non mi veniva in mente niente. A distanza di qualche settimana, giro per casa, cercando oggetti mancanti, rettangoli puliti contornati da polvere…

Il libro l’ho individuato subito,  mandami a dire. roveredo. Sarà l’unica ad averlo letto, uno squinternato come lei. Ne avrà comprate dieci copie da regalare. Poi il disco… meno facile ma ce l’ho fatta.  Sicuramente ha preso un quaderno, si porta sempre dietro un quaderno.
I vestiti… ha un armadio pieno, e dice che non compra mai nulla… non manca niente.

                                                                                            
GR6. Abbiamo oggi intervistato il famoso sociologo esperto di sparizioni misteriose per sottoporre la vicenda della nostra concittadina. Riconosce che il caso ha connotazioni originali, rispetto ad altri analoghi. Innanzi tutto ritiene non trattarsi di suicidio: un suicida non ha bisogno di portarsi dietro alcunché. La scomparsa pare abbia prelevato da casa  diversi oggetti, perlopiù di dubbia utilità. Secondo l’esperto  la scelta degli oggetti delinea un ritratto abbastanza articolato e completo della personalità della vittima, cioè no, della fuggitiva. Ne emerge, una estrema affermazione di sé… la  musica dell’adolescenza, il profumo fuori moda, un libro che rispecchia  una personalità boarder line… materiale per scrivere e disegnare, a sottolineare e esternare esigenze espressive sinora represse.

Certo che legge delle minchiate, cioè leggeva. Tutti uguali sti libri, la casa piena, quanti soldi sprecati. Meno male che sono riuscita a farle leggere qualche stephen king, anche palahnuk, mitici, eccoli qui. Le sono piaciuti.

GR6. Abbiamo intervistato oggi gli amici più cari  della donna, dietro loro insistenza. Colpiti dalle affermazioni dello psicologo esperto di sparizioni, sottolineano che si trattava certamente di una personalità creativa e ricca  di fantasia, ma non lo considerano un difetto dei peggiori. Piuttosto  lamentano la sua umoralità e discontinuità, il passare repentino dal riso al pianto, da un comportamento amichevole a una pericolosa ostilità, dall’apatia all’iperattività. Sono perplessi circa il fatto che lei abbia portato con sé una macchina fotografica, che peraltro non sapeva usare. Era del tutto negata per la tecnologia, e non amava fare foto. Probabilmente l’apparecchio era sommerso dal disordine, in casa…

La polizia mi chiesto se sapevo di qualche uomo. Mi sono messa a ridere.  La mamma con un uomo! Nessuno ha resistito più di qualche settimana. Non sarebbe neanche poi brutta, ma che stress!

GR6. Il sociologo, a corollario delle affermazioni delle amiche, sottolinea la presenza di tematiche contrastanti. Le contraddizioni evidenziate denotano la presenza di una personalità instabile. Su questo  si doveva procedere per far emergere il segreto della donna.

Queste fregnacce alla mamma piacerebbero. Ci sguazzerebbe. Personalità instabile e contradditoria…E tutta la vita che lo dico, bastava chiedessero a me…però anche mortalmente noiosa, fai questo fai quello, i compiti i compiti i compiti…

Ribadisco che non ci sono ostacoli da parte del sindacato circa  la fine del contratto di lavoro. Ribadisco che non è il caso di attendere oltre, in quanto una eventuale – e probabile – dichiarazione di morte presunta impegnerebbe l’istituto a risarcimenti cospicui agli eredi. Si provveda a cancellare la scomparsa dal libro paga aziendale.

Per la mamma
La mamma è volata fra lestelle.
Se la vuoi ritrovare, tra le stelle e la luna devi andare.
La sua casa è proprio lì
Ecco, questa è la poesia che la mamma si è presa, la ricordo a memoria.
No, Luna, zitta, tu non c’entri. E non guardarmi più con quegli occhioni.
Vedrai, torna.  

sabato 2 marzo 2013

Chiudere il blog?

Non voglio chiudere il blog anche se qualcuno mi legge per ridere di me. Io voglio continuare a scrivere, e voglio che qualcuno mi legga, e mi dica che bello... Chi scrive, come chi recita, come chi suona, come chi dipinge...vuole un pubblico.
Scrivere per me è importante, anche se non sono una scrittrice, lo so bene. Scrivere in questo momento è la mia vita, e dentro c'è la mia vita, quella vera e quella sognata. Però se ridete di me non ditemelo, ci resto male...

domenica 17 febbraio 2013

L'apertura della caccia



- Una volpe!
Possibile, una volpe! Non ci sono volpi ad alessandria! Mai viste! Anzi, veramente no, una volta un tipo ha detto di averne vista una vicino a panorama, ma abbiamo pensato tutti fosse un cane randagio, o che il tipo avesse bevuto…
Ma questa è una volpe, ne sono ben certo, una piccola volpe dal manto fulvo, leggera e veloce. Certo, una volpe. E io non sono più  io se me la faccio scappare. Risalgo adagio l’argine senza far rumore, facendo attenzione a non inciampare col fucile nei rovi e nelle sterpaglie. Bracco mi segue anche lui silenzioso e attento, pronto a lanciarsi… ha capito che c’è di mezzo un affare importante. Ecco, superato l’argine cerco con gli occhi la volpe, cerco nella direzione in cui era diretta. Eccola, eccola là, in mezzo alla campagna, con il grano che sta nascendo sembra un enorme prato. Prendo la mira, è un po’ distante ma ce la farò. Ma che fa, si ferma? Sembra frugare col muso nella terra. Un leprotto! A te ci penso dopo, voglio la volpe! Ecco che riprende la sua corsa, ma diavolo, cambia sempre direzione, che cos’ha mai! Ecco,  ci sei! Ma dove sei finita maledetta?
Sposta il fucile, riprende la mira… non c’è più, sparita nel nulla. Resta nel prato, la lepre, con tre o quattro cosini che la rincorrono veloci.
Il cacciatore rimane lì, immobile, sconsolato, e sembra il protagonista di un film, alto e atletico, coi suoi pantaloni mimetici e l’eschimo, gli occhiali scuri e il cappellino con la visiera, e il fucile abbassato lungo una gamba.
- Maledizione! Non c’è più! Sono un fesso a farmela scappare sotto gli occhi! O forse non c’era neanche prima… una volpe qui che ci fa… eppure sono certo di averla vista.  - Bracco lo guarda sconsolato, anche lui non è riuscito a fare la sua parte, e ci teneva tanto…
Ora arrivano lungo la stradina dei runner, un ragazzo e una ragazza, avvolti in tute nere aderenti, con sciarpe e berretti colorati. Chiacchierano, ansimano per la fatica, e ridono. Il cacciatore vede che si zittiscono,  la ragazza alza il braccio e indica qualcosa distante. Rallentano, e guardano tutti e due, con espressione sorpresa e si direbbe…. felice. Il cacciatore alza gli occhi, con aria di scazzo, aspettandosi un comune fagiano come ce ne sono tanti lì… e vede… E vede la volpe. A un metro di altezza… tesa in un  lungo salto, non per superare qualcosa, per per correre nell’aria… E dopo il balzo infatti riprende a correre, cioè, a volare.
Il cacciatore non crede ai suoi occhi. Non ha bevuto, non ha vizi, solo il fucile. La volpe vola. Si sente un po’ stordito, e un po’ ridicolo, ma nel dubbio… prende la mira.
- Maledetta, cambia sempre traiettoria, come se mi conoscesse e sapesse come prendersi gioco di me. Ora scende dietro l’albero, ora riprende quota procedendo a zig zag, e finge di andare verso il sole, poi di colpo svolta a destra e si nasconde dietro la nuvola! E io che faccio? Sparo alla nuvola? E non faccio in tempo a pensarci chelei esce dall’altra parte e se ne ridiscende verso il fiume… sono sicura che se la ride di me, mi sembra di sentirla…
Mi riposo, abbasso di nuovo il fucile, aspetto che torni. E quelli che sono? La lepre, anche lei è volata in cielo? E dietro di lei i suoi piccoli! Sembra una cometa, una cometa di conigli! E dietro di loro quelle rondini, che squittiscono, o meglio ridono…  rondini con berretti colorati.
Il cacciatore cede. Lascia cadere il fucile a terra, si toglie gli occhiali. Bracco non guaisce più, sta rosicchiando una nuvola un po’ più in alto un po’ più in là.
IL cacciatore  non è contrariato per il fallimento, per la preda mancata. Si sente triste. Sembra strano dire di un cacciatore che è triste. Eppure si sente disorientato. Si guarda intorno e non c’è nessuno: non una lepre, non un fagiano, non un maratoneta…. Non una volpe. Non c’è più nessuno. Solo lui , con la sua tuta mimetica,  con  i suoi occhiali scuri , con il suo cappellino. E con il suo fucile. 

domenica 20 gennaio 2013

Se cercate la strega...

La strega si è trasferita su altro blog, lericettedellastrega.blogspot.it. Qui non c'era più posto...

L'importanza della razza



Io sono Luna, un cane di razza, e sono una fiera sostenitrice dell’importanza della razza. Il mondo è di tutti ma non per tutti. Io, Luna, sto con tutti i cani, gioco con tutti, li annuso in passeggiata, degno tutti delle mie attenzioni. Sono simpatica. Ma ho la chiara consapevolezza che molti non mi somigliano, sono distanti mille miglia… Io sono innanzitutto aristocratica. Bella, snella il giusto e muscolosa il giusto, pelo nero lucido tendente naturalmente al blu, occhi marroni, diciamo di un colore ordinario, ma sempre straordinariamente attenti. Ho le zampine bianche, come calzine di dimensioni irregolari, se vogliamo trovare un difetto, già che la perfezione rende antipatici.  “Taglia medio grande” c’è scritto nel mio libretto, alla voce razza.. La mia padrona è ovviamente anche lei di razza, taglia medio grande, la stessa. Certo, mi ha generato lei... Però non ci somigliamo  proprio in tutto: lei non ha le calzine bianche, e poi è troppo emotiva.
A volte si concede a inconcludenti discussioni con le amiche, ai giardini.  Ci sono stra queste delle sostenitrici di valori umani, per cui tutti i cani hanno gli stessi diritti…  Quando le chiacchiere prendono questa piega non posso ribattere se non abbaiando, e se nessuno mi dà retta me ne vado con un chissenefrega a inseguire Yumi.  
La mia padrona è non solo sensibile, è…  condizionabile direi. Dovevo prevedere questa bella sorpresa…

Mi ha portato una mattina in campagna, alle porte della grande città. E’ entrata nella cascina piena di cani- un gran abbaiare- lasciandomi in macchina, e si è ripresentata mezz’ora dopo con Lussi. Una cagnolina piccola e magra, all’apparenza anzionotta e malmessa, che uggiolava continuamente e tremava, con un maglioncino infeltrito, raba da orfanotrofio. Perché quello ERA l’orfanotrofio, il luogo dei cani abbandonati – abbandonat poveri soli anziani malati - come nei romanzi dell’ottocento.
Io di queste miserie non avrei voluto sapere, poteva ben andarci lei la sola. Ma poi ho capito! Voleva portarsela a casa – a casa nostra, a casa mia! – e voleva sincerarsi che saremmo andate d’accordo. A volte non la capisco, la padrona; saremo ben della stessa razza, ma ci dev’essere qualche gene impazzito!
Il cane dell’orfanotrofio non mi dava grossi problemi. Riconosceva la mia superiorità. Io mangiavo per prima, escivo per prima per la passeggiata, dormivo sul letto (lei no). In passeggiata tutti dicevano “bella Luna”, e lei se ne stava da parte e non se ne aveva a male, abituata com’era alla vita dell’orfanotrofio. In fondo era un cane facile…  comunque questa storia non mi andava giù. 

Volevo restituire Lussy alla sua vecchia padrona – ne avrà ben avuta una - e liberarmene. Ma non immaginavo di vedere quel che ho visto.
Andiamo per ordine. Ho annusato con attenzione il cappottino liso che Lussi ha portato dall’orfanotrofio, che ho trovato abbandonato a terra sul terrazzo. Rosmarino, erba medica, malboro light, chanel.  Ci ho studiato un po’, questo misto inusuale mi ricordva qualcosa. Ho identificato il luogo! Vicino all’uscita dell’autostrada, una villetta a schiera con due grosse piante di rosmarino ai lati dell’ngresso. Conoscevo posto e i suoi odori perche la padrona aveva sostato una volta sullo spiazzo antistante alla casa per rispondere al cellulare. Ho una grande memoria per gli odori. Ora si trattava solo di aspettare il momento opportuno.  E una sera in cui la padrona è andata a letto presto, lasciando aperta la porta finestra… via! Non è stata impresa difficile. Ho seguito le indicazioni per l’autostrada, correndo a ritmo regolare. Amo correre. Tenendimi ai bordi della strada per non dare nell’occhio, sono scivolata veloce lungo le case della periferia, senza dar  retta ai cani che mi chiamavano dai giardini, e ho percorso il grande ponte sul fiume,  poi ho fatto la rotonda, e ho preso la strada provinciale costeggiata dalle villette. Ed ecco i cespugli di rosmarino.
Mi sono appostata fuori dal portoncino, protetta dal buio e dalle rose.  E ho visto la donna, quella che doveva essere in passato la padrona di Lussi. Una tipo sul genere Crudelia Demon, coi capelli  tinti di nero corvino, e una pelliccia di cani selvatici, o forse volpi, appoggiata sulle spalle,  e pantofole ai piedi, uscita per una sigaretta veloce. E vicino a lei saltellava un minuscolo barboncino bianco, con un fiocchetto rosa sulla testa, un affarino lezioso, vanesio e azzimato – non so cosa vuol dire azzimato, ma penso che lo fosse -. Dio mio! Quell’insulso peluche  aveva preso il posto della vecchia Lussi!
Io sono un cane di razza, cioè dei migliori. Cioè un cane con dei valori. Ci soleva una lezione, la strega non poteva passarla liscia!  Avrei potuto azzannarla ad una gamba, e fuggire… Certo, lo so,  la vendetta non è cosa nobile, non è adatta al mio rango. Ma un un mezzo idoneo a esprimere il mio disprezzo ce l’avevo… Questione di un attimo… Quando ho visto il bordo della pelliccia appiattirsi e perdere la sua mordidezza, e penzolare come un moccio per pavimenti, e le ciabatte inzupparsi e cambiare colore, e il rivolo fumante attraversare la terra battuta… mi è sembrata la pipì meglio spesa  della mia vita. Una pipì abbondante. La tenevo in serbo dal mattino, all’insegna del non si sa mai.
Quando Crudelia si è resa conto della provenienza del calore umido alla gamba, mettendosi ad imprecare in modo assai poco signorile, ero già sulla strada di casa, pensierosa e anche un po’ triste.  
- Povera Lussy! Povera piccola cozza! Non la amerò, ma la sopporterò con tutta la pazienza e la tolleranza che si confà alla nobiltà d’animo di un cane di razza “taglia medio grande”. - Non correvo, marciavo  con il passo solenne di un cane che sapeva di aver portato a termine una missione importante, testa alta e schiena ben dritta. Cercavo di mettere ordine nelle idee: era di razza la cagnolina bianca? Sì, certo, una barboncina toy. E la strega con i cani morti, si vedeva che si considerava… altolocata, come dire… aristocratica. Doveva essere ricca, i cani morti sono molto cari. Ma il veterinario  per Lussi non lo pagava. Ricca, nobile, di razza. Però non sa l’inglese… Quella frase… il mondo è di tutti ma non per tutti... che vorrà dire, non ho mica capito… Pensieri disordinati… Lussi non sarà mica salita sul letto approfittando della mia assenza? Devo sbrigarmi...  Lussi aveva una medaglietta rosa… perché mai Lussi aveva una medaglietta rosa uguale identica alla mia?