Non si sa com’è successo. Ma è successo. Un bel giorno di primavera è
diventata un fiore. Prima di quel giorno era una ragazza, una bella ragazza.
Sempre un po’ triste, annoiata, assente. Diventava sempre più spenta.
Appassiva, ma allora non era affatto un
fiore, mentre ora lo è.
Che fiore? E’ una rosa, un bocciolo di colore rosa, rosa
pallido. E’ inspiegabilmente l’unico fiore in un fogliame intricato e spinoso.
Il suo gambo snello svetta elegante e orgoglioso verso il sole. Zitti zitti, il
bocciolo si sta aprendo. Trema la rosa
coraggiosa? No, è la brezza del mattino. Le piace, sicuro, le piace la carezza
del vento leggero. Si abbandona. Si commuove di tanta dolcezza. Le
gocce di rugiada scivolano piano. Ascolta le voci degli uccelli, dei passanti,
dei cani per strada e aspetta che il
sole sia alto. Così un fiore appassisce davvero. Non succede granchè nella vita
di un fiore, e poi finisce subito.