1. 1. Sapientino
Io sto qui, in questo angusto magazzino da anni. È un
magazzino di giocattoli. Giocattoli usati.
Io chi sono? Un giocattolo, è ovvio, altrimenti non sarei
rinchiuso qui. Sono Sapientino: chi si ricorda di me si rende conto della mia
enorme sventura. In gioventù poco amato dal bambino a cui fui regalato -
bambino sfortunato anche lui… voleva un monopattino – accolto con indifferenza,
trascurato e presto dimenticato. Eppure, antesignano del computer, contenevo un
sacco di informazioni, e potevo aiutare il bambino nei compiti più impegnativi
e noiosi. Non sono stato capito, e me ne sto qui, abbandonato, a prendere
polvere. Per fortuna non sono solo, sto su una pila di sapientini, che hanno
avuto anch’essi la mia triste sorte. E poi
ci sono accanto a me altri giocattoli, di tutti i tipi: bambole, peluches,
giochi di società - di quelli che si usavano quando i bambini non avevano
ancora i telefonini - e puzzles: dopo di me il puzzle di topolino è il più
triste, perché gli mancano tre pezzi e nessuno lo cerca più.
C’è qualcuno che si occupa di noi: la signora Claudia: ci
spolvera amorevolmente, controlla che le pile non siano da cambiare e che non
manchi qualche pezzo, e sceglie i più fortunati per portarli ai bambini malati, ricoverati nei piani sopra. Per me è comunque un’enorme sofferenza stare qui,
condannato alla dimenticanza dalla fine del nozionismo. E soffro anche
fisicamente, perché qualcuno ha posato sul
mio coperchio una papera di peluche, assurdamente pesante, che mi fa venire un gran
mal di testa.
Questo non sembra un magazzino, ma piuttosto un cimitero di
giocattoli. Che tristezza!
Oggi però c’è un insolito movimento, un gran vociare…
discussioni animate e impegnate, e sussurri inquietanti di sottofondo. Qualcuno
ha riferito che la Barbie Ballerina sta male, e tutti si informano, vorrebbero
fare qualcosa. La Barbie Ballerina, si sa, è la più amata delle barbie e delle
bambole in generale. E’ malata, gravemente malata. Si tratta in realtà di un
infortunio: nella casa in cui viveva fino a poco tempo fa un cagnolino irruento
le si è avventato contro; il cucciolo era di discrete dimensioni, ed era dotato
di denti ben aguzzi, ha avuto così la
meglio sulla ballerina. Le conseguenze dell’aggressione sono state devastanti: ha staccato di netto una gamba alla
fanciulla, cioè no, alla bambola. Potete ben immaginare gli sviluppi: il
dolore, la menomazione, a cui si aggiunge l’abbandono da parte della bambina,
che ha preteso una nuova barbie pattinatrice. Ora la nostra povera Ballerina è
qui che piange, anzi è così triste che non piange quasi più. Piangono però
tutti i compagni di sventura: bambole, peluches e giochi di compagnia.
In mezzo a tanti lamenti, si leva una voce: Basta lacrime!
Dobbiamo trovare una soluzione! – ed ecco che il magazzino si anima, e tutti i
giochi dicono la loro.
-
Si potrebbe portare la ragazza su in reparto?
-
Per fare che?
-
Non so, un trapianto, una protesi…
-
Ma se abbiamo già provato con un orso caduto dal
quinto ripiano, non c’è stato niente da fare… il dottore non l’ha degnato di
uno sguardo! Quando si dice malasanità! Prima i bambini, sempre prima i bambini,
non è giusto…
-
Aspettate, ho un’idea… ho letto un articolo… - Così
dicendo un leprotto rosa con gli occhiali si infila in una scatola piena di
“topolini”, e si mette a sfogliare a gran velocità. Spunta solo più un piumino
rosa, il codino, tra i giornalini spiegazzati. - Eccolo qui, lui la salverà.
-
Lui chi?
Tutti si avvicinano e osservano
la foto che ritrae un minuscolo omino in camice bianco, capelli giallo stoppa
sulla testa, e naso rosso: somiglia a un clown marameo, ma molto molto piccolo
(un trentina centimetri di altezza). E’ affiancato da alcune barbie infermiere
dalle mini divise, e dalla diva del cinema vittima di una delusione d’amore,
che ha operato – lui personalmente - con successo al cuore. La Barbie Diva è,
inutile dirlo, bellissima, ha una chioma bionda tutta onde, gli occhi azzurri
all’insù, una minigonna vertiginosa e
delle leziose scarpine dorate dal tacco
a spillo che tutte le bambole scalze del magazzino invidiano (le scarpine delle
barbie sono le prime a perdersi, si sa). Si notano dei gonfiori strani e
innaturali, qua e là: la bocca, gli zigomi, e anche un po’ più giù… all’altezza
del cuore operato. La diva di operazioni doveva averne subite diverse.
-
Ma chi è questo luminare? E’ il chirurgo delle
barbie di fama mondiale? E’ lui il nostro uomo!
-
Ma come facciamo? Questo sta in america. Come possiamo
convincerlo a venire qui?
-
Scusate, sono il sapientino, mica per niente mi
chiamo così; sono fuori moda, ma ancora posso rendermi utile! Lasciate fare a
me. Dunque, tu, scimmietta, arrampicati lì sul quarto ripiano e porta giù
quella scatola quadrata azzurra. Brava! Ecco qui il monopoli. Prendiamo le
banconote, non proprio tutte. Lasciamone qualcuna, ché Claudia potrebbe accorgersi
di qualcosa… sono 30.000 euro, possono bastare. Forza, mettete tutto a posto.
-
E allora, cosa ci facciamo con questi soldi? Vuoi pagare il chirurgo delle barbie? Ma lui
sta là e noi stiamo qua, nel magazzino, in questo posto sperduto.
-
Mmmmm, fammi pensare… ecco, quella scatola,
serve quella!
-
Ma è pesante, uffa, qualcuno mi aiuti.
-
Il meccano? Cosa ci vuoi fare?
-
Ma no, sei pazzo! Non vorrai proprio fare…
-
Un aereo! Ci sarà qui sopra un bambino capace di
costruire un aereo, a qualcosa serviranno bene
i bambini! Mica sapranno tutti solo giocare col cellulare! Carichiamo la
scatola sul carrellino, così. E’ sera,
possiamo portarlo su senza dare nell’occhio.
Un gruppetto di bambole e peluche si avvia spedito verso l’ascensore.
A mezzanotte eccoli già di ritorno:
-
Siamo stati proprio fortunati a trovare un
bambino appassionato di costruzioni e
con poca voglia di dormire, e con un papà meccanico volenteroso e poco curioso,
disposto ad aiutarci nell’impresa senza fare troppe domande!
All’alba l’aereo è già fuori dall’ospedale; uno Snoopy di
peluche, con una ingombrante
borsa a tracolla, è alla guida, serio e
concentrato.
Il luminare americano arriva due giorni dopo, con le sue
barbie infermiere al seguito. Si dà un sacco di arie, ma un luminare, si sa…
L’operazione riesce bene: la gamba sinistra è un po’ più
chiara, ma si nota appena. La Barbie torna
a sorridere, e tutti tirano un sospiro di sollievo.
E’ passato un mese: la Barbie Ballerina ora dov’è? Che ne è di
lei? Veramente non c’è pù: se ne è andata via con il luminare, avvolta in una
vaporosa pelliccia argentata, sorridente e felice. E’ andata in america.
Adoro i vecchi giocattoli e sono sempre stata convinta che in fondo, abbiano una piccola anima anche loro. mi mette tristezza quando li vedo abbandonati,e mi fa tristezza pensare anche ai vecchi giocattoli miei che conservo xon cura, ma che avrei voluto ci giocassero dei bambini. ma ourtroppo sono stata sfortunata anche in questo...
RispondiEliminaCiao Tiziana! gradito ritorno...
RispondiEliminaSono capitata qui per caso. Davvero carino il tuo racconto, ha quella vena nostalgica e malinconica che incuriosisce. Mi piacerebbe leggerne la continuazione.
RispondiEliminaGrazie! Veramente il racconto non è finito, ma prima o poi...
EliminaBello il racconto, mi ha fatto tornare indietro nel tempo con tutti quei giochi che oggi si sono persi. Che nostalgia! Aspetto la continuazione.
RispondiEliminacontinuazione già pronta... grazie Gjo
RispondiEliminaCiao, sono una nuova iscritta. Molto carino il tuo racconto, mi fa tornare i mente ricordi di quando ero piccola. Attendo di leggere la continuazione.
RispondiEliminaHo un blog dedicato al make-up, skincare e non solo.
Se ti va passa pure a trovarmi!;)