venerdì 24 dicembre 2021

Correzioni: Biancaneve


E oggi ho corretto anche Biancaneve. Non è stato facile...
Biancaneve
Biancaneve, come tutte le fanciulle delle favole, era bella, dolce e umile. Passava tutta la giornata pulendo pavimenti, lucidando l’argenteria, lavando piatti e così via. Questo era il prezzo della bellezza. Avrebbe preferito essere brutta e antipatica e poter dormire fino a tardi e fare poi passeggiate nel bosco.
Biancaneve era anche molto sola: l’unico familiare di cui si ha notizia è la regina cattiva, invidiosa della sua bellezza, che per questo la trattava come una serva. Non si sa se la regina avesse pagato un prezzo per la propria bellezza, ma è probabile: forse un’infanzia difficile o un marito violento. Certo era un po’ squilibrata. Tanto squilibrata da voler uccidere la figliastra, per non aver più sotto gli occhi la sua fastidiosa diversità. Incaricò quindi il cacciatore di ucciderla, e di portarle il suo cuore per provarne la morte. Il cacciatore condusse la fanciulla nel bosco; lei lo seguì volentieri, apprezzando una pausa nei faticosi lavori di casa. Lui sul punto di accoltellarla fu colto da un turbamento: Biancaneve era così bella e dolce, non si sentiva di ucciderla.
Vide in quel momento un cerbiatto saltare tra gli alberi e gli sparò per prendergli il cuore, da consegnare alla regina. Avrebbe voluto però restare ancora con la bella fanciulla e stringerla a sé prima di portare a termine la sua impresa. Ma Biancaneve, che stringerlo non voleva affatto ed era raccapricciata alla vista del sangue del povero capriolo, fuggì. Era a prima decisione, saggia decisione, della sua vita.
Fuggì dunque nel folto del bosco, alla ricerca di un riparo. Trovò finalmente, in una radura, una buffa casetta di legno, una casetta in miniatura. Si fece piccola piccola ed entrò: un piccolo tavolo, piccoli letti…
Unì i lettini e si mise a dormire. A svegliarla furono i canti dei nani, al ritorno dal lavoro. Le fecero una gran festa, trovandola così bella e dolce: le dissero che poteva rimanere lì con loro. Per non annoiarsi durante la loro assenza avrebbe potuto rigovernare, cucinare, lucidare pavimenti. Biancaneve uscì, con la scusa di raccogliere fiori per abbellire la tavola, e se la diede a gambe. Sempre la stessa storia: bella, dolce, pavimenti da pulire.
Mentre camminava pensierosa fra gli alberi, sbucò da un cespuglio una vecchia vestita di nero. Le mise una gran paura: volto rugoso, naso adunco, espressione arcigna. Mai che incontrasse una persona normale.
- Ti aspettavo. Ho un dono per te! Tieni questa bella mela!
Biancaneve, non avendo mai ricevuto regali, ci cascò subito. Prese la mela e ringraziò. E al primo morso cadde a terra come morta.
I nanetti la cercarono, avendo molte faccende da farle sbrigare, e la trovarono senza vita. La appoggiarono su un grazioso giaciglio di fiori e foglie e se ne andarono a cenare.
Arrivò il principe a cavallo. Colpito dalla sua bellezza, dopo uno sguardo in giro, certo di essere solo, la baciò. Lei sorprendentemente aprì gli occhi. Lui la abbracciò e fu tutto sorrisi, lacrime e promesse:
- Ti sposerò e ti porterò al castello
- Mmm… ci sono pavimenti da lucidare?
- Ma che dici, piccola sprovveduta? Dovrai solo occuparti dei nostri bambini, e tenere compagnia alla regina madre…
- Bambini? Regina madre?
- Certo…
- Potrei riposare ancora un po’? Puoi tornare domani?
Il principe, perplesso, se ne andò, e Biancaneve richiuse gli occhi. Sognò di stare seduta su una spiaggia, senza scarpe e senza nastro nei capelli, a godersi il sole tiepido e la vista del mare. C’erano lì vicino alberi carichi di frutti esotici, e capanne di frasche – lì probabilmente non c’erano pavimenti da pulire.
Non era mai stata al mare. Avrebbe fatto il suo primo bagno in mare…



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