sabato 25 febbraio 2023

Guerra e guerre

 Guerra e guerre

Sale piano le scale impolverate e ingombre di robaccia. Sale piano perché c’è poca luce, e c’è il rischio di inciamparsi. E per rispettare il silenzio di quel luogo magico.
Cosa fa lì, la ragazzina a quest’ora, la vigilia di natale? Cerca le statuine di gesso, quelle che si rompono insomma. Quelle di plastica colorate e lucide non le vanno più. Ricorda di aver trovato in passato una scatola con degli addobbi…
E’ arrivata al piano e cerca con gli occhi nella penombra. Una bambola con i capelli gialli di stoppa e il vestito rovinato, rosicchiato dai topi, vasetti di vetro con forme strane, mattoncini lego preistorici, ingialliti e consumati, libri vecchi.
Deve far presto, i suoi non sanno che è lì. Ma forse non si accorgeranno di nulla, pensano sia già a letto.
Si inciampa. No, non si fa male, si rialza subito. Una valigia, una piccola valigia, l’ha fatta cadere. Chissà da quanto tempo è lì. E’ curiosa la ragazzina: apre, e solleva con cautela carte e pagine ingiallite i giornali: le solite cianfrusaglie da buttare? Ma ecco delle lettere, delle foto… Porta tutto vicino alla lampadina e, seduta su un divano sfondato, comincia a passare uno a uno documenti e foto. Questo è il nonno! Davvero bello. Dicono in famiglia he somigliasse ad un attore dei vecchi film. Diploma delle elementari, libretto di lavoro di quando era ancora un bambino. Tante foto in divisa, soldati. Invece questi, magri e laceri, bruciati dal sole, non sono soldati, sono prigionieri. Una cartolina on la ruota panoramica di Vienna. Telegrammi, lettere scritte con calligrafia infantile.
- Quando vengono gli apparecchi, sembra che non finiscano mai, ma sono abituato. In questi giorni non bombardano, tutto bene.
- Qui tutto bene - così finiscono le lettere. Qualche riga nera di censura copre probabilmente nomi di città.
Del nonno non so molto. So che è stato soldato in Grecia e Albania durante la seconda guerra mondiale, e poi prigioniero in Austria.
Ecco un’altra cosa curiosa: un pezzo di giornale del 1944, “Osterreich Zeitung”, in tedesco.
C’è un calendario disegnato a mano, a matita, con delle crocette. C’è una nota in fondo: allarme positivo/negativo. Le crocette sono i bombardamenti. Il nonno era prigioniero a Vienna.
Cerca nella mente altre informazioni, altri ricordi. Dovrebbe andare, è quasi mezzanotte. I suoi occhi si stanno chiudendo…
E ora vedo il nonno seduto a terra in uno scantinato, con abiti sporchi e stracciati, come nei film. E io sono seduta accanto a lui, vestita di stracci come lui - non si accorgerà che i jeans strappati sono il capriccio di un creatore di moda -. Sento freddo e fame e paura, come lui. Fuori buio e silenzio. Mi sembra di sentire la sua voce dire:
- Stai tranquilla piccola, tra poco tutto finirà. Non bombarderanno la notte di natale. Tutto bene.
Sto per rispondergli:
- Sbagli, guarda qui, c’è la crocetta sul tuo calendario il giorno 24. - Scrolla la testa, lui non può capire.
Ma i pensieri sono interrotti da uno scoppio violento che squarcia la notte.
Iniziano i bombardamenti.
Non è possibile, sono stata io? Come ho fatto a far scoppiare una guerra?
Guarda fuori dall’abbaino, terrorizzata e incredula.
Una enorme luce rossa riempie la notte, si apre in tanti raggi, che si trasformano poi in una pioggia di scintille incandescenti:
una terribile splendida esplosione.
Ma forse si sbaglia, non è un’esplosione.
Se fosse una stella cometa?
La sveglia una voce :
- Che fai lì sopra? Scendi. Non servono altre statuine! Vieni a vedere.
Iniziano i fuochi d’artificio!
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Elvio Bombonato