venerdì 24 dicembre 2021
Correzioni: Biancaneve
domenica 19 dicembre 2021
Correzioni: Cenerentola
Correzioni
Cenerentola
Qui correggere è dura, rifacciamo tutto.
Sono qui seduta da due ore, e non succede nulla. Sono qui
col mio vestito di raso blu – mi sarebbe piaciuto rosa, ma il rosa l’aveva già
scelto lei, Cenerentola… è una da abito rosa. Sto tirando via forcine e nastri dai capelli,
che erano tutti arricciati, e ora penzolano sfatti. Non dovevo mettere il
mascara, ora cola giù sulle guance e si mescola al fondo tinta. Che fastidio
questo busto, che dovrebbe darmi una qualche forma. Sono stufa di stare qui
sola mentre lei, Cenerentola, danza
leggiadra con il principe, circondata dagli applausi dei nobili del regno.
Che si deve aspettare una sorellastra? La mamma – meglio
conosciuta come matrigna – ha fatto di tutto per farmi ben figurare: abito di
alta sartoria, trucco e permanente. Ma niente, nessuno mi nota, sembro essere
invisibile. Il vestito ora è tutto stropicciato, quello rosa di cenerentola è
ancora ben gonfio, senza una grinza: certo, non si è seduta un attimo. E tutti
la guardano, non solo per l’abito. Attira gli sguardi anche quando strofina i
pavimenti, vestita di stracci. Gli strappi lasciano scoperte le spalle morbide
e le lunghe gambe, le guance arrossate dallo sforzo e le labbra sempre
stupidamente volte al sorriso attirano gli sguardi. E quel suo atteggiamento
umile e rassegnato strappa il cuore ai visitatori. Io non sono bella, e neanche
lamentosa come lei, ma ci sarà un po’ di giustizia, avrò ben diritto anch’io ad
un posto nel mondo. Io, sorellastra. Ma chi l’avrà inventata questa orribile
parola… Poi anche lei è sorellastra… sorellastra della sorellastra…
Basta piangere, basta bere… Meglio andare, altrimenti mi
toccherà vedere la scena di lei che perde la scarpetta, e tutti si chiederanno
come trovare la leggiadra fanciulla… figuriamoci, chi porta mai scarpe di
cristallo in questo regno… Ecco, c’è già il cocchio a forma di zucca che
l’aspetta. Potrei farmi dare un passaggio. Ora mi do una pulita al viso,
asciugo le lacrime, e mi avvio… Dio mio,
come gira la testa…
Scusi…
Si scosti cameriere, no, non voglio più bere…
Scusi, non sono il cameriere…
Scostati comunque…
Scusi, volevo chiederle:
permette questo ballo?
sabato 18 dicembre 2021
Correzioni: cappuccetto rosso
Correzioni
venerdì 10 dicembre 2021
Correzioni: Il brutto anatroccolo
Stava ben accucciata, rattrappita, in quella scatola calda, liscia e tonda, ma un po' strettina in verità. Ed ecco che il contenitore iniziò a screpolarsi, e lei finalmente vide la luce: la luce, l’acqua verdeazzurra, i pesci colorati guizzanti dentro e fuori, l’erba le foglie e i fiori, e gli uccelli canterini. Meraviglia! Ed ecco intorno a lei splendidi esseri candidi danzanti, lucenti e eleganti, collo lungo e sinuoso, ali piumate ampie e setose come abiti da sera. Posso stare con voi, in mezzo a tanta bellezza?
I cigni si avvicinarono e la osservarono da capo a piedi. Scrollarono il capo, con espressione corrucciata. E in un attimo scivolarono via, seguendo il corso del fiume.
Perché non mi volete? Perché non sono bella? Perché non sono come voi?
Cercò il suo guscio, per infilarsi dentro e tornare a
dormire. Dov’era finito mai? Mentre scandagliava le acque si vide, vide la sua
immagine riflessa. Un cigno nero. Si guardò intorno, ma non c'era nessun altro. Era proprio lei! Oh, un cigno signorile, raffinato, incantevole. Ma nero.
Quel mondo così bello e colorato non era per lei. Tornò a
cercare il suo guscio. Si accorse che una rana gialloverde si era avvicinata, e la osservava seduta su una
pietra. Con il suo gracidare aveva convocato una trota argentata, un castoro e
una biscia dal collare. Applaudirono tutti, con zampe e code, il bellissimo
cigno nero.
Padre nostro
Padre nostro che sei nei cieli
rimetti i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori
perdona la crudeltà e l'indifferenza e l'ignoranza
in cui abbiamo peccato verso i naufraghi
uomini donne e bambini.
Ma forse la nostra cattiveria è stata troppo grande,
i neonati in mare hanno chiuso i loro occhi e non hanno
aperto i nostri cuori,
abbiamo solo pensato che il nostro portafogli era in
pericolo,
ci avrebbero fatto pagare più tasse,
che quei bambini neri e sporchi non li volevamo vicino ai
nostri
e neanche li volevamo qui disperati a frugare
nell'immondizia, che brutta immagine davano della nostra società.
Ora temiamo per la nostra vita, per noi i nostri figli e i nostri genitori.
Che importa più di quei bambini.
E penso ora: che pochi vecchi scendevano dalle navi,
dov'erano quei nonni. Forse non c'erano, ci sono luoghi in cui vecchi non si
diventa.
A dire il vero temiamo anche per i nostri beni. Non si
lavora, e i risparmi si assottigliano. I portafogli non ce li aveva portati via
nessuno, o forse qualche volta è successo.
Signore perdonaci, non vorrai vendicarti del nostro odio?
Nessuno pensa più ad allontanare gli stranieri. Siamo troppo
concentrati sul nostro dolore...
Signore perdonaci, restituiscici quella parola difficile,
empatia, restituiscici l’umanità e la capacità di soffrire per gli altri, a noi
credenti e a noi non redenti. Perchè il tuo amore non conosce confini.
Amen.
mercoledì 8 dicembre 2021
Brutti sogni