sabato 30 dicembre 2023

Re magi

 La tempesta di sabbia non si placa.

I tre sono seduti fuori dellea tende e guardano il cielo. Non si vede più la stella cometa. Li ha portati sin qui ed è scomparsa nella bufera.

Abbiamo sbagliato. Abbiamo sbagliato qualcosa. Qui oggi dovrebbe esserci il bambino, e genti e animali. Non c’è niente e nessuno, solo sabbia.

La cometa non saglia. Ci ha portato qui.

Forse  abbiamo sbagliato doni. I tre cofanetti al centro cominciano a ricoprirsi di sabbia. Oro, argento e mirra, che farsene ora?

Servirebbe altro: un cielo limpido e stellato. Acqua, erba…

Dovevamo trovare qui prati e fiumi… Dove c’è acqua non possono mancare le greggi…

Abbiamo sbagliato. Non c’è il bambino, non ci sono  bambini qui.

sabato 24 giugno 2023

Ossa rotte

Ogni tanto si rompono, si sa.
A me veramente è capitato solo due volte. Una volta mentre passeggiavo con Luna mi sono distratta a guardare un bell’husky, e luna mi ha strattonato, mi sono inciampata sul marciapiede dissestato e sono caduta. Ho appoggiato il mio peso sul palmo della mano, e si è lussato il pollice. Un’altra volta sono salita su una sedia pieghevole per prendere un libro sull’ultimo scaffale della libreria. La sedia si è piegata, il mio piede è rimas…
Altro...
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sabato 10 giugno 2023

Matrigne

La correzione delle fiabe sembrava un lavoro da poco, ma le cose si fanno ora complicate. Il mondo delle fiabe è fatto di valori confusi e contradditori.

Abbiamo visto mamme che mandano i propri piccoli allo sbaraglio in boschi infestati dai lupi, realtà che passa inosservata anche perché i boschi non abbondano.  Pensiamo ora alle matrigne. Una madre non biologica è una matrigna, e già il nome la dice tutta… E matrigna si abbina di solito all’aggettivo – peraltro superfluo -  cattiva. Non ci sono matrigne buone. La matrigna di Cenerentola la sfrutta e la umilia, e la tiene con sé solo per compiacere un marito ricco. La regina di Biancaneve difende il proprio primato in fatto di bellezza e potere. Ma non meriterebbe migliore considerazione una donna che si fa carico, per un bambino biologicamente non suo,   di pannolini sporchi, nasi moccolosi, pappe sputacchiate, e in seguito estenuanti crisi adolescenziali… perché dev’essere “matrigna”,  “matrigna cattiva”?  Ci può essere qualche attenuante per lo scrittore: nelle fiabe servono emozioni forti, servono cattivi che siano veramente cattivi… l’ordinarietà della vita di tutti i giorni non interessa a nessuno.

Le fiabe sono antifemministe. Non si salvano neppure le fanciulle vittime di ingiustizie, in quanto incapaci di sbrogliarsela da sole… in attesa del principe azzurro. Si salva qualche fata, ma per effetto della magia e non di virtù proprie. Ma i maschi violenti e guerrafondai, dove sono nelle fiabe?

Sarà dura correggere tutte le fiabe, bisognerà scriverne di nuove. Un lavoraccio. E mi devo sbrigare, perché questa avversione alle madri non biologiche sta prendendo piede.



giovedì 8 giugno 2023

Mamme cattive

 

Mamme cattive

La mia attività di revisione delle fiabe si fa difficile, ponendo quesiti etici di difficile soluzione. Cappuccetto Rosso e Hansel e Gretel mi mettono in difficoltà…

Le fiabe sono piene zeppe di mamme cattive, e nessuno se ne è mai preoccupato. Questo è scandaloso, bisogna porre rimedio. La mamma di cappuccetto rosso ha mandato la bambina nel bosco, infestato da lupi e uomini armati… Nessuno ci ha fatto caso, nessuno ha condannato il suo comportamento in un tempo in cui si fanno processi mediatici su tutto… e in più si è diffusa la convinzione che sia normale e giusto mandare bambini soli nel bosco…e i bambini stessi accettano questa pratica senza ribellarsi, e continuano a frequentare i boschi.

E Hansel e Gretel, che dire? La mamma abbandona i bambini nel bosco, non avendo niente da dargli da mangiare… E non poteva rubare un pollo, o delle patate in un orto? Meglio rubare che far morire un bambino, in una fiaba sarà pur lecito! Beh, c’era anche il padre: ma la responsabilità e l’accudimento sono materni, il papà delega… per questo è meno colpevole o più colpevole? Comunque… questa famiglia è la più disfunzionale del mondo delle fiabe. Però i genitori non appaiono come cattivi… l’infelicità e i lamenti lavano le colpe. Cattiva è la strega. E perché? La strega vuole mangiare i bambini: ma è una strega, che altro deve fare? E’ nella sua natura… Conoscete un lupo vegetariano? Possiamo essere indulgenti nei confronti dell’orso, che aggredisce perché segue la sua natura, ma non nei confronti della strega. La strega è utile e educativa: la sua cattiveria è lineare, pulita, non crea dubbi interpretativi, non mette in confusione un bambino, mentre le mamme cattive danno da mangiare a milioni di psicanalisti.



 



sabato 25 febbraio 2023

Guerra e guerre

 Guerra e guerre

Sale piano le scale impolverate e ingombre di robaccia. Sale piano perché c’è poca luce, e c’è il rischio di inciamparsi. E per rispettare il silenzio di quel luogo magico.
Cosa fa lì, la ragazzina a quest’ora, la vigilia di natale? Cerca le statuine di gesso, quelle che si rompono insomma. Quelle di plastica colorate e lucide non le vanno più. Ricorda di aver trovato in passato una scatola con degli addobbi…
E’ arrivata al piano e cerca con gli occhi nella penombra. Una bambola con i capelli gialli di stoppa e il vestito rovinato, rosicchiato dai topi, vasetti di vetro con forme strane, mattoncini lego preistorici, ingialliti e consumati, libri vecchi.
Deve far presto, i suoi non sanno che è lì. Ma forse non si accorgeranno di nulla, pensano sia già a letto.
Si inciampa. No, non si fa male, si rialza subito. Una valigia, una piccola valigia, l’ha fatta cadere. Chissà da quanto tempo è lì. E’ curiosa la ragazzina: apre, e solleva con cautela carte e pagine ingiallite i giornali: le solite cianfrusaglie da buttare? Ma ecco delle lettere, delle foto… Porta tutto vicino alla lampadina e, seduta su un divano sfondato, comincia a passare uno a uno documenti e foto. Questo è il nonno! Davvero bello. Dicono in famiglia he somigliasse ad un attore dei vecchi film. Diploma delle elementari, libretto di lavoro di quando era ancora un bambino. Tante foto in divisa, soldati. Invece questi, magri e laceri, bruciati dal sole, non sono soldati, sono prigionieri. Una cartolina on la ruota panoramica di Vienna. Telegrammi, lettere scritte con calligrafia infantile.
- Quando vengono gli apparecchi, sembra che non finiscano mai, ma sono abituato. In questi giorni non bombardano, tutto bene.
- Qui tutto bene - così finiscono le lettere. Qualche riga nera di censura copre probabilmente nomi di città.
Del nonno non so molto. So che è stato soldato in Grecia e Albania durante la seconda guerra mondiale, e poi prigioniero in Austria.
Ecco un’altra cosa curiosa: un pezzo di giornale del 1944, “Osterreich Zeitung”, in tedesco.
C’è un calendario disegnato a mano, a matita, con delle crocette. C’è una nota in fondo: allarme positivo/negativo. Le crocette sono i bombardamenti. Il nonno era prigioniero a Vienna.
Cerca nella mente altre informazioni, altri ricordi. Dovrebbe andare, è quasi mezzanotte. I suoi occhi si stanno chiudendo…
E ora vedo il nonno seduto a terra in uno scantinato, con abiti sporchi e stracciati, come nei film. E io sono seduta accanto a lui, vestita di stracci come lui - non si accorgerà che i jeans strappati sono il capriccio di un creatore di moda -. Sento freddo e fame e paura, come lui. Fuori buio e silenzio. Mi sembra di sentire la sua voce dire:
- Stai tranquilla piccola, tra poco tutto finirà. Non bombarderanno la notte di natale. Tutto bene.
Sto per rispondergli:
- Sbagli, guarda qui, c’è la crocetta sul tuo calendario il giorno 24. - Scrolla la testa, lui non può capire.
Ma i pensieri sono interrotti da uno scoppio violento che squarcia la notte.
Iniziano i bombardamenti.
Non è possibile, sono stata io? Come ho fatto a far scoppiare una guerra?
Guarda fuori dall’abbaino, terrorizzata e incredula.
Una enorme luce rossa riempie la notte, si apre in tanti raggi, che si trasformano poi in una pioggia di scintille incandescenti:
una terribile splendida esplosione.
Ma forse si sbaglia, non è un’esplosione.
Se fosse una stella cometa?
La sveglia una voce :
- Che fai lì sopra? Scendi. Non servono altre statuine! Vieni a vedere.
Iniziano i fuochi d’artificio!
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Elvio Bombonato

domenica 29 maggio 2022

Books and tea

 

Linda:

Questa è la nostra libreria! Nostra, mia e di Betsy. Capisco, siete perplessi, sembra una vineria. E in effetti questa era fino a qualche mese fa una vineria, anche mal frequentata a dire il vero. Frequentata da marinai avvinazzati. Io e Betsy passavamo spesso lì davanti passeggiando sul lungomare e commentavamo come fasse bello a suo modo quel negozio, con la struttura in metallo mal verniciata: bottega di paese anni cinquanta, fuori posto in un palazzo moderno squadrato e anonimo. Adocchiavamo l’interno, e non appena incrociavamo lo sguardo di uno dei frequentatori ci davamo un contegno riprendendo a chiacchierare fra noi, filando via veloci.    

 

Betsy:

Io sono una con i piedi per terra, non mi abbandono facilmente a sogni o progetti campati per aria. Ma questa volta ci sono cascata in pieno. Ogni volta che passavamo di qui, sul lungomare, lei mi diceva guarda che posto d’atmosfera... Certo il posto per essere bello è bello. Il bancone piccolino è tutto ricoperto di piastrelline marrooni e bianche: delizioso.  E una volta stabilito che ci piaceva, che fare! Lei fantasticava di parlare con la titolare, signora anziana e non molto  in salute, per proporre di rilevarlo. Parlava al plurale, anche se io ero molto cauta.

 

Linda: Books and tea: questa è la nuova insegna. Abbiamo voluto questo abbinamento libri e cibo/bevande perchè il nostro sogno era un luogo da dedicare alle letture in un contesto di amicizia, di stare insieme.  Non una cosa d’élite,  un posto per tutti. Infatti qui non c’è molto da bere e mangiare: the, caffè fatto con la moca, torte casalinghe. Niente alcolici, per segnare una svolta rispetto alla precedente gestione. Anche se veramente i vecchi frequentatori della vineria erano simpatici, e bevendo moderatamente si sarebbero emozionati alle nostre letture...

 

Betsy: il locale è rimasto lo stesso: l’abbiamo solo ripulito per bene. Abbiamo cambiato l’insegna. Per le letture c’è la saletta dietro il bar.       

 

Linda: L’idea era di aprire una libreria con abbinato servizio di ristorazione. Ma la mia passione per i libri mi ha preso la mano, diciamo pure che mi ha travolto. Ho iniziato a leggere ad alta voce  per pochi amici e vicini: leggevo brani ri romanzi, racconti o poesie, ammucchiando nel locale i miei libri preferiti. Bella lettura, un po’ recitata.   Alla gente piaceva.  Non sempre è amore per la cultura, a volte sì... a volte è amore per il bello... a volte la compagnia... ma una ragione me la sono fatta: la gente vuole emozioni; in televisione si soffre si ama si muore in modo prevedibile senza arrivare al cuore...

 

Betsy: Linda ha questa fissa della letteratura. E’ un’idealista, pensa che la gente ami le cose belle. Povera! Tutta questa gente viene qui per le mie torte, le più buone della città, e per i prezzi modici.

E poi: è un posto a perto a tutti! Non era questa l’idea, all’inizio. Ora si parla di tutto: arriva  un giorno uno a descrive un viaggio in India, o un aspirante attore a recitare non so che, un professore a raccontare di  un poeta...

Ma questa non doveva essere una libreria? Leggiamo e non vendiamo se non the e crostate. Poi i libri a volte i clienti  se li portano a casa, e magari non li riportano, questo non mi va.

 

Linda: credo di non essere molto portata per il commercio. Non abbiamo ancora la licenza peraltro. Ma è più divertente leggere che vendere. Saremo non un negozio... un circolo, un’associazione!

Linda:

Questa è la nostra libreria! Nostra, mia e di Betsy. Capisco, siete perplessi, sembra una vineria. E in effetti questa era fino a qualche mese fa una vineria, anche mal frequentata a dire il vero. Frequentata da marinai avvinazzati. Io e Betsy passavamo spesso lì davanti passeggiando sul lungomare e commentavamo come fasse bello a suo modo quel negozio, con la struttura in metallo mal verniciata: bottega di paese anni cinquanta, fuori posto in un palazzo moderno squadrato e anonimo. Adocchiavamo l’interno, e non appena incrociavamo lo sguardo di uno dei frequentatori ci davamo un contegno riprendendo a chiacchierare fra noi, filando via veloci.    

 

Betsy:

Io sono una con i piedi per terra, non mi abbandono facilmente a sogni o progetti campati per aria. Ma questa volta ci sono cascata in pieno. Ogni volta che passavamo di qui, sul lungomare, lei mi diceva guarda che posto d’atmosfera... Certo il posto per essere bello è bello. Il bancone piccolino è tutto ricoperto di piastrelline marrooni e bianche: delizioso.  E una volta stabilito che ci piaceva, che fare! Lei fantasticava di parlare con la titolare, signora anziana e non molto  in salute, per proporre di rilevarlo. Parlava al plurale, anche se io ero molto cauta.

 

Linda: Books and tea: questa è la nuova insegna. Abbiamo voluto questo abbinamento libri e cibo/bevande perchè il nostro sogno era un luogo da dedicare alle letture in un contesto di amicizia, di stare insieme.  Non una cosa d’élite,  un posto per tutti. Infatti qui non c’è molto da bere e mangiare: the, caffè fatto con la moca, torte casalinghe. Niente alcolici, per segnare una svolta rispetto alla precedente gestione. Anche se veramente i vecchi frequentatori della vineria erano simpatici, e bevendo moderatamente si sarebbero emozionati alle nostre letture...

 

Betsy: il locale è rimasto lo stesso: l’abbiamo solo ripulito per bene. Abbiamo cambiato l’insegna. Per le letture c’è la saletta dietro il bar.       

 

Linda: L’idea era di aprire una libreria con abbinato servizio di ristorazione. Ma la mia passione per i libri mi ha preso la mano, diciamo pure che mi ha travolto. Ho iniziato a leggere ad alta voce  per pochi amici e vicini: leggevo brani ri romanzi, racconti o poesie, ammucchiando nel locale i miei libri preferiti. Bella lettura, un po’ recitata.   Alla gente piaceva.  Non sempre è amore per la cultura, a volte sì... a volte è amore per il bello... a volte la compagnia... ma una ragione me la sono fatta: la gente vuole emozioni; in televisione si soffre si ama si muore in modo prevedibile senza arrivare al cuore...

 

Betsy: Linda ha questa fissa della letteratura. E’ un’idealista, pensa che la gente ami le cose belle. Povera! Tutta questa gente viene qui per le mie torte, le più buone della città, e per i prezzi modici.

E poi: è un posto a perto a tutti! Non era questa l’idea, all’inizio. Ora si parla di tutto: arriva  un giorno uno a descrive un viaggio in India, o un aspirante attore a recitare non so che, un professore a raccontare di  un poeta...

Ma questa non doveva essere una libreria? Leggiamo e non vendiamo se non the e crostate. Poi i libri a volte i clienti  se li portano a casa, e magari non li riportano, questo non mi va.

 

Linda: credo di non essere molto portata per il commercio. Non abbiamo ancora la licenza peraltro. Ma è più divertente leggere che vendere. Saremo non un negozio... un circolo, un’associazione!