Erano prigionieri sì, ma non se la passavano così male. Avevano un letto, avevano cibo, abbastanza cibo, avevano abiti. Ma erano rinchiusi.
Non sapevano cosa c’era fuori: c’erano racconti, fiabe,
leggente di chi fuori c’era stato, o diceva di esserci stato.
Alberi, auto, belle ragazze, mare, belle case, libri, film.
No, non ci erano stati: ogni prigioniero parlava di quel fuori che desiderava.
Buio, povertà, cattiverie e urla, tutto ciò di cui altri
avevano paura.
Alcuni curiosi cercarono una via. Uno scavò un tunnel e non
tornò più. Uno costruì una scala, ma aveva poca legna e la scala era troppo
corta. Uno costruì un deltaplano, e cadde a terra.
Infine arrivò lui, che percorse lentamente il muro di cinta
accarezzando l’intonaco con le mani,
finchè trovò una sporgenza: una maniglia. A che serve? E girò. Spinse.
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