mercoledì 16 ottobre 2024

Cicale e formiche

 

Cicale e formiche

 

La storia non è nuova: le formiche faticano tutto il giorno trasportando granaglie che qualcun altro mangerà, zitte, in fila indiana. Arriva il canto delle cicale, e il loro riso. Non lavorano mai le cicale, chissà che mangiano. Cantano e ridono… e volano.

Una formica si stacca dal gruppo e sale, sale piano fino in cima al tumulo di terra che custodisce il cibo.

Le altre si fermano: dove va? La seguono con gli occhi.

Giunta in cima la formica solitaria guarda giù.

No, non saltare, morirai.

Lei sta ferma, riflette.

 

La formica  si lanciò.

Che fai? Le formiche non volano, non hanno ali, solo pance grosse e gambette corte…

Saltò, muovendo a caso le zampe e le antenne.

E volò.

La scatola del tempo

 


Nella scatola del tempo metto la foto con Silvia

I sassi dipinti, dipinti con le amiche da ragazzina

Mandami a dire di Roveredo, maestro sconosciuto

Il completo all’uncinetto fatto da mia madre, bellissimo e  testimonianza della sua ereditaria bravura che passa di generazione in generazione

Il mio racconto più riuscito, il mare

Matite colorate e un notes

Un paio di orecchini di bigiotteria, la bellezza

Metterei una lettera scritta a Silvia, ma non è mia

La matriosca, per i colori e per il significato, donnine tutte diverse, prigionere e poi libere in un clic

Un dolcino, il primo che andrà a male

 

Tutta la mia vita, poche cose. Cerco una bella scatola di latta…

martedì 15 ottobre 2024

La prigione

Erano prigionieri sì, ma non se la passavano così male. Avevano un letto, avevano cibo, abbastanza cibo, avevano abiti. Ma erano rinchiusi.

Non sapevano cosa c’era fuori: c’erano racconti, fiabe, leggente di chi fuori c’era stato, o diceva di esserci stato.

Alberi, auto, belle ragazze, mare, belle case, libri, film. No, non ci erano stati: ogni prigioniero parlava di quel fuori che desiderava.

Buio, povertà, cattiverie e urla, tutto ciò di cui altri avevano paura.

Alcuni curiosi cercarono una via. Uno scavò un tunnel e non tornò più. Uno costruì una scala, ma aveva poca legna e la scala era troppo corta. Uno costruì un deltaplano, e cadde a terra.

Infine arrivò lui, che percorse lentamente il muro di cinta accarezzando l’intonaco con le mani,  finchè trovò una sporgenza: una maniglia. A che serve?  E girò. Spinse.

Ecco, il cielo.