Linda:
Questa è la nostra libreria! Nostra, mia e di Betsy.
Capisco, siete perplessi, sembra una vineria. E in effetti questa era fino a
qualche mese fa una vineria, anche mal frequentata a dire il vero. Frequentata
da marinai avvinazzati. Io e Betsy passavamo spesso lì davanti passeggiando sul
lungomare e commentavamo come fasse bello a suo modo quel negozio, con la
struttura in metallo mal verniciata: bottega di paese anni cinquanta, fuori
posto in un palazzo moderno squadrato e anonimo. Adocchiavamo l’interno, e non
appena incrociavamo lo sguardo di uno dei frequentatori ci davamo un contegno
riprendendo a chiacchierare fra noi, filando via veloci.
Betsy:
Io sono una con i piedi per terra, non mi abbandono
facilmente a sogni o progetti campati per aria. Ma questa volta ci sono cascata
in pieno. Ogni volta che passavamo di qui, sul lungomare, lei mi diceva guarda
che posto d’atmosfera... Certo il posto per essere bello è bello. Il bancone
piccolino è tutto ricoperto di piastrelline marrooni e bianche: delizioso. E una volta stabilito che ci piaceva, che
fare! Lei fantasticava di parlare con la titolare, signora anziana e non
molto in salute, per proporre di
rilevarlo. Parlava al plurale, anche se io ero molto cauta.
Linda: Books and tea: questa è la nuova insegna. Abbiamo
voluto questo abbinamento libri e cibo/bevande perchè il nostro sogno era un
luogo da dedicare alle letture in un contesto di amicizia, di stare insieme. Non una cosa d’élite, un posto per tutti. Infatti qui non c’è molto
da bere e mangiare: the, caffè fatto con la moca, torte casalinghe. Niente
alcolici, per segnare una svolta rispetto alla precedente gestione. Anche se
veramente i vecchi frequentatori della vineria erano simpatici, e bevendo moderatamente
si sarebbero emozionati alle nostre letture...
Betsy: il locale è rimasto lo stesso: l’abbiamo solo
ripulito per bene. Abbiamo cambiato l’insegna. Per le letture c’è la saletta
dietro il bar.
Linda: L’idea era di aprire una libreria con abbinato
servizio di ristorazione. Ma la mia passione per i libri mi ha preso la mano,
diciamo pure che mi ha travolto. Ho iniziato a leggere ad alta voce per pochi amici e vicini: leggevo brani ri
romanzi, racconti o poesie, ammucchiando nel locale i miei libri preferiti.
Bella lettura, un po’ recitata. Alla
gente piaceva. Non sempre è amore per la
cultura, a volte sì... a volte è amore per il bello... a volte la compagnia...
ma una ragione me la sono fatta: la gente vuole emozioni; in televisione si soffre
si ama si muore in modo prevedibile senza arrivare al cuore...
Betsy: Linda ha questa fissa della letteratura. E’
un’idealista, pensa che la gente ami le cose belle. Povera! Tutta questa gente
viene qui per le mie torte, le più buone della città, e per i prezzi modici.
E poi: è un posto a perto a tutti! Non era questa l’idea,
all’inizio. Ora si parla di tutto: arriva
un giorno uno a descrive un viaggio in India, o un aspirante attore a
recitare non so che, un professore a raccontare di un poeta...
Ma questa non doveva essere una libreria? Leggiamo e non
vendiamo se non the e crostate. Poi i libri a volte i clienti se li portano a casa, e magari non li
riportano, questo non mi va.
Linda: credo di non essere molto portata per il commercio.
Non abbiamo ancora la licenza peraltro. Ma è più divertente leggere che
vendere. Saremo non un negozio... un circolo, un’associazione!
Linda:
Questa è la nostra libreria! Nostra, mia e di Betsy.
Capisco, siete perplessi, sembra una vineria. E in effetti questa era fino a
qualche mese fa una vineria, anche mal frequentata a dire il vero. Frequentata
da marinai avvinazzati. Io e Betsy passavamo spesso lì davanti passeggiando sul
lungomare e commentavamo come fasse bello a suo modo quel negozio, con la
struttura in metallo mal verniciata: bottega di paese anni cinquanta, fuori
posto in un palazzo moderno squadrato e anonimo. Adocchiavamo l’interno, e non
appena incrociavamo lo sguardo di uno dei frequentatori ci davamo un contegno
riprendendo a chiacchierare fra noi, filando via veloci.
Betsy:
Io sono una con i piedi per terra, non mi abbandono
facilmente a sogni o progetti campati per aria. Ma questa volta ci sono cascata
in pieno. Ogni volta che passavamo di qui, sul lungomare, lei mi diceva guarda
che posto d’atmosfera... Certo il posto per essere bello è bello. Il bancone
piccolino è tutto ricoperto di piastrelline marrooni e bianche: delizioso. E una volta stabilito che ci piaceva, che
fare! Lei fantasticava di parlare con la titolare, signora anziana e non
molto in salute, per proporre di
rilevarlo. Parlava al plurale, anche se io ero molto cauta.
Linda: Books and tea: questa è la nuova insegna. Abbiamo
voluto questo abbinamento libri e cibo/bevande perchè il nostro sogno era un
luogo da dedicare alle letture in un contesto di amicizia, di stare insieme. Non una cosa d’élite, un posto per tutti. Infatti qui non c’è molto
da bere e mangiare: the, caffè fatto con la moca, torte casalinghe. Niente
alcolici, per segnare una svolta rispetto alla precedente gestione. Anche se
veramente i vecchi frequentatori della vineria erano simpatici, e bevendo moderatamente
si sarebbero emozionati alle nostre letture...
Betsy: il locale è rimasto lo stesso: l’abbiamo solo
ripulito per bene. Abbiamo cambiato l’insegna. Per le letture c’è la saletta
dietro il bar.
Linda: L’idea era di aprire una libreria con abbinato
servizio di ristorazione. Ma la mia passione per i libri mi ha preso la mano,
diciamo pure che mi ha travolto. Ho iniziato a leggere ad alta voce per pochi amici e vicini: leggevo brani ri
romanzi, racconti o poesie, ammucchiando nel locale i miei libri preferiti.
Bella lettura, un po’ recitata. Alla
gente piaceva. Non sempre è amore per la
cultura, a volte sì... a volte è amore per il bello... a volte la compagnia...
ma una ragione me la sono fatta: la gente vuole emozioni; in televisione si soffre
si ama si muore in modo prevedibile senza arrivare al cuore...
Betsy: Linda ha questa fissa della letteratura. E’
un’idealista, pensa che la gente ami le cose belle. Povera! Tutta questa gente
viene qui per le mie torte, le più buone della città, e per i prezzi modici.
E poi: è un posto a perto a tutti! Non era questa l’idea,
all’inizio. Ora si parla di tutto: arriva
un giorno uno a descrive un viaggio in India, o un aspirante attore a
recitare non so che, un professore a raccontare di un poeta...
Ma questa non doveva essere una libreria? Leggiamo e non
vendiamo se non the e crostate. Poi i libri a volte i clienti se li portano a casa, e magari non li
riportano, questo non mi va.
Linda: credo di non essere molto portata per il commercio.
Non abbiamo ancora la licenza peraltro. Ma è più divertente leggere che
vendere. Saremo non un negozio... un circolo, un’associazione!