sabato 10 giugno 2023

Matrigne

La correzione delle fiabe sembrava un lavoro da poco, ma le cose si fanno ora complicate. Il mondo delle fiabe è fatto di valori confusi e contradditori.

Abbiamo visto mamme che mandano i propri piccoli allo sbaraglio in boschi infestati dai lupi, realtà che passa inosservata anche perché i boschi non abbondano.  Pensiamo ora alle matrigne. Una madre non biologica è una matrigna, e già il nome la dice tutta… E matrigna si abbina di solito all’aggettivo – peraltro superfluo -  cattiva. Non ci sono matrigne buone. La matrigna di Cenerentola la sfrutta e la umilia, e la tiene con sé solo per compiacere un marito ricco. La regina di Biancaneve difende il proprio primato in fatto di bellezza e potere. Ma non meriterebbe migliore considerazione una donna che si fa carico, per un bambino biologicamente non suo,   di pannolini sporchi, nasi moccolosi, pappe sputacchiate, e in seguito estenuanti crisi adolescenziali… perché dev’essere “matrigna”,  “matrigna cattiva”?  Ci può essere qualche attenuante per lo scrittore: nelle fiabe servono emozioni forti, servono cattivi che siano veramente cattivi… l’ordinarietà della vita di tutti i giorni non interessa a nessuno.

Le fiabe sono antifemministe. Non si salvano neppure le fanciulle vittime di ingiustizie, in quanto incapaci di sbrogliarsela da sole… in attesa del principe azzurro. Si salva qualche fata, ma per effetto della magia e non di virtù proprie. Ma i maschi violenti e guerrafondai, dove sono nelle fiabe?

Sarà dura correggere tutte le fiabe, bisognerà scriverne di nuove. Un lavoraccio. E mi devo sbrigare, perché questa avversione alle madri non biologiche sta prendendo piede.



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