giovedì 30 luglio 2020

Sauro va al parco

Al parco
Certo che è proprio bello questo parco. Che bell'erba! Ideale per una grattatina alla schiena!
E si buttò a terra, coricandosi a pancia in su, ondeggiando felice, col suo codone che sbatteva su panchine e altalena.
Fabio si guardava intorno circospetto. Per fortuna il parco era deserto. Ci fossero stati i suoi amici, cosa avrebbero pensato di quel coso enorme dagli occhi storti?
Eccolo di nuovo in piedi.
  • Vieni con me, ti faccio vedere il recinto per i cani. Ecco, guarda, puoi entrare. Non c'è scritto “vietato ai dinosauri”, perfetto.
  • Guarda ci sono due cagnolini, simpatici...
  • mmm, il solito problema, non passi dalla porticina..
  • io scavalco, ecco, che ci vuole.
  • Fa' piano, il recinto è pericolante... e tu hai la grazia di un elefante!
  • Ecco fatto. Uff, mi si impiglia la coda. Sono entrato. Ora potrei giocare a inseguire i cagnolini, peccato che ci sia pochissimo spazio... Ehi voi, aspettatemi, arrivo.
    Sauro rincorreva due cuccioli, una bassottina marrone e una barboncina bianca, per nulla impressionati dalla sua mole... I padroni dei cuccioli – una signorina elegante e un po' snob e un signore anziano dall'aria intellettuale - chiacchieravano amabilmente, non sembravano accorgersi di Sauro:
  • Guardi, guardi, come si divertono, che cari! Come si è animato il gioco, così all'improvviso!
    Fabio si grattava la testa perplesso. Non tutti erano in grado di vedere Sauro... la mamma?
    Ci avrebbe pensato dopo. Sauro era sistemato, urrà! Oltrettutto invisibile. Questo amico gli piaceva, era divertente e buffo... ma Fabio un po' si vergognava: così goffo e, diciamolo pure, anche un po' tonto... Ora che Leda e Lucy lo tenevano impegnato poteva andare sullo spiazzo lì vicino ad aspettare gli amici per giocare a pallone.
    Si stava riscaldando, quando sentì dei guaiti strani e degli strilli, una voce femminile ... Rimase un attimo immobile, poi si precipitò al recinto. Chissà Sauro cos'aveva combinato, non poteva lasciarlo solo un attimo...
    Ora il recinto cani era vuoto, non si vedevano più i cani. Era rimasta Lucyamoremio – così avevano soprannominato la signorina snob-; era agitatissima, rossa in viso; chiamava a gran voce Lucy:
  • Lucy dove sei. Vieni qui amore, dalla tua mamma. Non farmi stare in pensiero...
    Fabio era avvezzo ai modi ridicoli dei padroni dei cani. Ma capì che in effetti era successo qualcosa: Lucy dov'era? E quei guaiti soffocati da dove venivano?
    Vi chiederete: Sauro che faceva?
    Sauro se ne stava seduto, mogio mogio, in mezzo al recinto, di cui occupava una parte consistente; immobile, sguardo a terra...
  • Sauro, non mi dire... ma non eri erbivoro? - intanto continuava a sentire il guaito, il che faceva ben sperare che Lucy, amore della mamma, fosse ancora in vita.
  • Sauro, parla, sai qualcosa?
    Sauro sollevò le spalle, poi si alzò in piedi, e comparve da sotto il suo pancione l'adorabile batuffolino bianco, sgualcito e spettinato. In effetti, rimanendo schiacciata sotto la mole di Sauro, i suoi magnifici ricciolini freschi di pet-chauffeuse si erano tutti appiattiti. Sembrava un comune cane da canile.
  • Amore mio. Sei inguardabile! Cosa ti è successo mai! Dove sei andata! - la padroncina, che avrebbe dovuto essere felice per il ritrovamento, sembrava invece addolorata per il look volgare della sua amata.
E Lucy, chiederete voi? Lucy sembrava indifferente al cambiamento di look, e tornava ad allontanarsi dalla sua mamma, correndo gioiosa un girotondo solitario intorno a non si sa cosa...

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