sabato 31 marzo 2018

Il magazzino dei giocattoli



1.      1.  Sapientino

Io sto qui, in questo angusto magazzino da anni. È un magazzino di giocattoli. Giocattoli usati.
Io chi sono? Un giocattolo, è ovvio, altrimenti non sarei rinchiuso qui. Sono Sapientino: chi si ricorda di me si rende conto della mia enorme sventura. In gioventù poco amato dal bambino a cui fui regalato - bambino sfortunato anche lui… voleva un monopattino – accolto con indifferenza, trascurato e presto dimenticato. Eppure, antesignano del computer, contenevo un sacco di informazioni, e potevo aiutare il bambino nei compiti più impegnativi e noiosi. Non sono stato capito, e me ne sto qui, abbandonato, a prendere polvere. Per fortuna non sono solo, sto su una pila di sapientini, che hanno avuto anch’essi la mia triste sorte.  E poi ci sono accanto a me altri giocattoli, di tutti i tipi: bambole, peluches, giochi di società - di quelli che si usavano quando i bambini non avevano ancora i telefonini - e puzzles: dopo di me il puzzle di topolino è il più triste, perché gli mancano tre pezzi e nessuno lo cerca più.
C’è qualcuno che si occupa di noi: la signora Claudia: ci spolvera amorevolmente, controlla che le pile non siano da cambiare e che non manchi qualche pezzo, e sceglie i più fortunati per portarli ai bambini malati, ricoverati nei piani sopra. Per me è comunque un’enorme sofferenza stare qui, condannato alla dimenticanza dalla fine del nozionismo. E soffro anche fisicamente, perché qualcuno  ha posato sul mio coperchio una papera di peluche, assurdamente pesante, che mi fa venire un gran mal di testa.
Questo non sembra un magazzino, ma piuttosto un cimitero di giocattoli. Che tristezza!
Oggi però c’è un insolito movimento, un gran vociare… discussioni animate e impegnate, e sussurri inquietanti di sottofondo. Qualcuno ha riferito che la Barbie Ballerina sta male, e tutti si informano, vorrebbero fare qualcosa. La Barbie Ballerina, si sa, è la più amata delle barbie e delle bambole in generale. E’ malata, gravemente malata. Si tratta in realtà di un infortunio: nella casa in cui viveva fino a poco tempo fa un cagnolino irruento le si è avventato contro; il cucciolo era di discrete dimensioni, ed era dotato di denti ben aguzzi,  ha avuto così la meglio sulla ballerina. Le conseguenze dell’aggressione sono state devastanti:  ha staccato di netto una gamba alla fanciulla, cioè no, alla bambola. Potete ben immaginare gli sviluppi: il dolore, la menomazione, a cui si aggiunge l’abbandono da parte della bambina, che ha preteso una nuova barbie pattinatrice. Ora la nostra povera Ballerina è qui che piange, anzi è così triste che non piange quasi più. Piangono però tutti i compagni di sventura: bambole, peluches e giochi di compagnia.
In mezzo a tanti lamenti, si leva una voce: Basta lacrime! Dobbiamo trovare una soluzione! – ed ecco che il magazzino si anima, e tutti i giochi dicono la loro.
-          Si potrebbe portare la ragazza su in reparto?
-          Per fare che?
-          Non so, un trapianto, una protesi…
-          Ma se abbiamo già provato con un orso caduto dal quinto ripiano, non c’è stato niente da fare… il dottore non l’ha degnato di uno sguardo! Quando si dice malasanità! Prima i bambini, sempre prima i bambini, non è giusto…
-          Aspettate, ho un’idea… ho letto un articolo… - Così dicendo un leprotto rosa con gli occhiali si infila in una scatola piena di “topolini”, e si mette a sfogliare a gran velocità. Spunta solo più un piumino rosa, il codino, tra i giornalini spiegazzati. -  Eccolo qui, lui la salverà.
-          Lui chi?
Tutti si avvicinano e osservano la foto che ritrae un minuscolo omino in camice bianco, capelli giallo stoppa sulla testa, e naso rosso: somiglia a un clown marameo, ma molto molto piccolo (un trentina centimetri di altezza). E’ affiancato da alcune barbie infermiere dalle mini divise, e dalla diva del cinema vittima di una delusione d’amore, che ha operato – lui personalmente - con successo al cuore. La Barbie Diva è, inutile dirlo, bellissima, ha una chioma bionda tutta onde, gli occhi azzurri all’insù,  una minigonna vertiginosa e delle leziose scarpine dorate  dal tacco a spillo che tutte le bambole scalze del magazzino invidiano (le scarpine delle barbie sono le prime a perdersi, si sa). Si notano dei gonfiori strani e innaturali, qua e là: la bocca, gli zigomi, e anche un po’ più giù… all’altezza del cuore operato. La diva di operazioni doveva averne subite diverse.
-          Ma chi è questo luminare? E’ il chirurgo delle barbie di fama mondiale? E’ lui il nostro uomo!
-          Ma come facciamo? Questo sta in america. Come possiamo convincerlo a venire qui?
-          Scusate, sono il sapientino, mica per niente mi chiamo così; sono fuori moda, ma ancora posso rendermi utile! Lasciate fare a me. Dunque, tu, scimmietta, arrampicati lì sul quarto ripiano e porta giù quella scatola quadrata azzurra. Brava! Ecco qui il monopoli. Prendiamo le banconote, non proprio tutte. Lasciamone qualcuna, ché Claudia potrebbe accorgersi di qualcosa… sono 30.000 euro, possono bastare. Forza, mettete tutto a posto.
-          E allora, cosa ci facciamo con questi soldi?  Vuoi pagare il chirurgo delle barbie? Ma lui sta là e noi stiamo qua, nel magazzino, in questo posto sperduto.
-          Mmmmm, fammi pensare… ecco, quella scatola, serve quella!
-          Ma è pesante, uffa, qualcuno mi aiuti.
-          Il meccano? Cosa ci vuoi fare?
-          Ma no, sei pazzo! Non vorrai proprio fare…       
-          Un aereo! Ci sarà qui sopra un bambino capace di costruire un aereo, a qualcosa serviranno bene  i bambini! Mica sapranno tutti solo giocare col cellulare! Carichiamo la scatola  sul carrellino, così. E’ sera, possiamo portarlo su senza dare nell’occhio.
Un gruppetto di bambole  e peluche si avvia spedito verso l’ascensore.
A mezzanotte  eccoli già di ritorno:
-          Siamo stati proprio fortunati a trovare un bambino  appassionato di costruzioni e con poca voglia di dormire, e con un papà meccanico volenteroso e poco curioso,  disposto ad aiutarci  nell’impresa senza fare troppe domande!
All’alba l’aereo è già fuori dall’ospedale; uno Snoopy di peluche, con una ingombrante borsa a tracolla, è  alla guida, serio e concentrato.
Il luminare americano arriva due giorni dopo, con le sue barbie infermiere al seguito. Si dà un sacco di arie, ma un luminare, si sa…
L’operazione riesce bene: la gamba sinistra è un po’ più chiara,  ma si nota appena. La Barbie torna a sorridere, e tutti tirano un sospiro di sollievo.
 E’ passato un mese:  la Barbie Ballerina ora dov’è? Che ne è di lei? Veramente non c’è pù: se ne è andata via con il luminare, avvolta in una vaporosa pelliccia argentata, sorridente e felice. E’ andata in america.

7 commenti:

  1. Adoro i vecchi giocattoli e sono sempre stata convinta che in fondo, abbiano una piccola anima anche loro. mi mette tristezza quando li vedo abbandonati,e mi fa tristezza pensare anche ai vecchi giocattoli miei che conservo xon cura, ma che avrei voluto ci giocassero dei bambini. ma ourtroppo sono stata sfortunata anche in questo...

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  2. Sono capitata qui per caso. Davvero carino il tuo racconto, ha quella vena nostalgica e malinconica che incuriosisce. Mi piacerebbe leggerne la continuazione.

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    1. Grazie! Veramente il racconto non è finito, ma prima o poi...

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  3. Bello il racconto, mi ha fatto tornare indietro nel tempo con tutti quei giochi che oggi si sono persi. Che nostalgia! Aspetto la continuazione.

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  4. continuazione già pronta... grazie Gjo

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  5. Ciao, sono una nuova iscritta. Molto carino il tuo racconto, mi fa tornare i mente ricordi di quando ero piccola. Attendo di leggere la continuazione.
    Ho un blog dedicato al make-up, skincare e non solo.

    Se ti va passa pure a trovarmi!;)

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