venerdì 16 marzo 2012

La matrioska


La matrioska. Tante bambole goffe e panciute, una dentro l’altra.
Questa matrioska l’ha comprata la mamma ad un mercatino di zingari.
L’ha pagata poco, perché era un gioco vecchio, usato.
Difatti contiene bamboline  di colori diversi, di provenienza diversa,
messe insieme in base alle misure.
Ma io ho voluto proprio questa
per i tanti colori brillanti,
e la mamma ha detto massì,
è anche quella che costa meno.

L’ho aperta tante volte.
Tutti i giorni la apro.
Metto le bamboline in ordine, una vicino all’altra.
La prima bambola, la più grande, ha il vestito fucsia e il velo viola,
capelli biondi tenuti su da un pettinino, pomini rosa,  ciglia lunghissime, labbra a cuore che sorridono, ma appena appena. Un grande mazzo di fiori rosa e azzurri fra le mani.
Dove vai bambolina? Dimmi, dove vai?
Dove hai preso questi bei fiori, in campagna, nei prati?

La seconda bambolina, più piccola, ha il vestito giallo, con un pizzo disegnato in fondo.
Il viso simile alla prima, ma i capelli  ricci e la bocca più all’insù
Dove vai bambolina, con quel bel vestito e quei bei boccoli dorati?
Al ballo, sicuro, vai al ballo
E i fiori rosa e azzurri te li ha regalati un innamorato, vero?.

La terza bambolina, ancor più piccola,  ha il vestito bianco
Il viso è lo stesso, sempre bello, ma  senza espressione.
Qualcosa c’è di diverso
Il velo  sui capelli è scuro, più scuro dell’abito.
Sembra grigio, anzi un nero sbiadito.
Bambolina bambolina,
hai avuto un grande dolore, un lutto?
Per chi sono i fiori rosa e azzurri? Li porti al campo santo?

La quarta bambola è la mia preferita
È tutta vestita di giallo come la seconda, e il giallo mi mette allegria.
Ha le guancie più colorite e i capelli più ricci.
Sei felice vero bambolina? Sorridi…
Ma cosa vedo.
Il vestito è macchiato.
Una macchia rossa
al posto dei fiori colorati.
Dimmi bambolina, senti male?
Qualcuno  ti ha fatto del male?
Bambolina bambolina, sorridi sempre?

L’ultima bambolina è uguale alla prima.
Abito fucsia, capelli biondi,
guance rosa, bocca a cuore.
Piccolina piccolina
Sei uguale alla tua mamma.
Sorridi.
Ti scuoto ora.
Non c’è più niente dentro.
Dovrebbe esserci la bambola che ride
un’altra triste
poi quella ferita.
E poi
di nuovo…

Bamboline, chissà se siete contente di stare sempre vicine, se vi parlate, se questi sorrisi a cuore e questi sguardi bistrati sono per le vostre amiche. Di voi nessuna racconta del ballo, del velo nero, del male. Già, è vero, siete fatte di legno e di vernice, non parlate e neppure vedete…
Ecco, le urla sono finite. Tra un attimo sentirò la porta sbattere. Ecco, infatti…
Ora posso mettervi a dormire bamboline e tornarmene in cucina.
Bamboline state brave state zitte,
fatevi buona compagnia.
Brave, zitte.
Domani torno.
 

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