venerdì 23 marzo 2012

Ginocchia sbucciate


Ginocchia sbucciate: questo è il ricordo della mia infanzia.
Mio padre veniva a prendermi all’asilo, quando avevo mal di pancia, con la bicicletta, e mi caricava sulla canna. Anche se stavo male, mi piaceva che venisse lui a prendermi, e non la mamma, e che mi caricasse sulla bici. Mi diceva attenta, non mettere i piedi fra i raggi. Cadevamo, ogni volta, ogni mal di pancia... Ginocchia sbucciate. Piangevo. Usciva una donna da una porta, a chiedere se avevamo bisogno. E’ rimasto un bel ricordo, nonostante il mal di pancia e le ginocchia ammaccate.
Patapam.
Cado, mi rialzo. E non imparo mai. I piedi finiscono fra i raggi, ogni volta…
Patapam. Canzone sorprendentemente bella di baglioni,  mai sentita sinora, trovata per caso su facebook.
Ho pochi ricordi di mio padre. È morto che avevo vent’anni, un giorno che ero al lavoro, lavoravo da pochi mesi. Nessuno ha avuto il coraggio di telefonarmi.
Ho pochi ricordi. Era alto, magro, sempre scuro di pelle, per me molto bello, non per me,  molto bello e  basta. Ho ancora una fototessera nella patente, è lì da più di trent’anni.
Parlava poco.
Ricordo che un giorno eravamo nell’orto. Mia madre mi sgridava per qualcosa che avevo combinato. Lui mi portava via per mano e sorrideva, come dire non farci caso, un sorriso come una scrollata di spalle… e  io dal basso lo guardavo…io così piccola, lui così grande
È così strano essere stata la bambina di qualcuno.
Patapam.


2 commenti:

  1. emozionante, grazie d'aver condiviso questa parte di te.
    Lorenzo

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  2. Molto bello.Penso che ognuno di noi possa fotografare in questo modo un momento della propria infanzia, o anche più momenti.A volte capita anche a me.

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